Descrizione
Nel 1463, intanto, il Re Ferrante (Ferdinando I D'Aragona) donò la città di Celano, come già detto, ad Antonio Piccolomini D'Aragona, duca di Amalfi e capitan generale insieme con le terre di molti paesi (Si noti come il nome dei paesi sia mutata e mutevole nel tempo): Capistrano, Sanpietro, Santeugenio, Aiello, Piscina cum casalibus, Speronassino, Ascio, Venere, Ortuccio, Leccia, Yyoa, Benesegna, Sansebastiano, Gerianosicco, Castelloyero, Castelvecchio, Gagliano, Socinario, Cocullo, e la baronia di Carapelle, cioè Carapelle, Castelvecchio, Calascio e Rocca di Calascio e Sanstefano, similmente la baronia di Balsarana, Morrea, Civita di Antina e Castelnuovo di Abruzzo Ultra.
Di più la baronia di Castelluccio, cioé Castelluccio di Valle Maggiore, Fayto, Celle e Delicato della provincia di Capitanata, la Torre di Casalnuovo e Tertevere" (Cfr. Giustiniano, Dizionario Geografico, Vol. 3,p. 423). Il Re fu magnanimo, liberando i Secinaresi, verso la popolazione, ma non lo fu nei riguardi dei Conti di Celano per soppiantare i Colonna ed affidare la Contea ai Piccolomini che erano stati a Lui fedeli. Si può considerare che i piccoli paesi possono far parte dei grandi avvenimenti storici nazionali, come una piccola tessera contribuisce alla formazione di un vasto mosaico. Le vicissitudini storiche e la documentazione di archivio consentono anche di risalire all'ètimo di Secinaro. La Bolla Corografica del 1223 del Papa Onorio III, infatti, riporta i nomi di due centri abitati nel nostro territorio: Secenalis e Longanum.